
Essere itineranti si chiede alle classi che per necessità logistica fluttuano di ora in ora, di aula in aula nel nostro Istituto. Capita quindi l’opportunità di ritrovarsi per due ore nel laboratorio di chimica per le lezioni di letteratura italiana.
Per aspera ad astra, le difficoltà permettono di raggiungere grandi obiettivi, questa mattina ne è un esempio, con l’esperta della Biblioteca civica di Bra, la dottoressa Cristina Revoir per due ore i ragazzi e le ragazze della 4E geometri, bendati hanno ascoltato i propri sensi, facendo a meno della vista. L’immersione nel mondo leopardiano è avvenuta con l’immaginazione, la Natura, il monte Tabor, le sinestesie…il percorso prevedeva l’ascolto de L’infinito dalla voce dell’attore Carmelo Bene e alcuni caviardage dell’opera, il giardino del dolore, lo Zibaldone di pensieri che riproducono la metafora della condizione umana della sofferenza e della tristezza.
I suoni, riprodotti alla Lim, accompagnavano i ragazzi e le ragazze nella scoperta tattile di alcuni oggetti semplici e naturali, forniti loro in un sacchetto di raso. Pietre, piccole foglie e ramoscelli, poi gli odori, il profumo vaporizzato della corteccia, il bagnoschiuma del pino silvestre e la calma trasmessa dalle nostre voci che raccontavano, leggevano, spiegavano hanno creato l’utile e parziale isolamento, figlio del silenzio poetico e contemplativo.
Oggi abbiamo vissuto una lezione al buio che sicuramente ha insegnato loro più di qualsiasi informazione, poiché divenuta esperienza culturale, complice la magia del gesto teatrale capace di trasformare le parole in emozioni e sensazioni, che anche in un asettico laboratorio chimico si possono provare e sperimentare.
Prof.ssa Paola Rossi

